Accademia di Belle Arti di Brera Milano
 
 
 
Il Palazzo dove ha sede l'Accademia di Belle Arti ha una lunga storia alle spalle. Nel 1572 passò ai Gesuiti che nel secolo successivo ne affidarono la radicale ristrutturazione a Francesco Maria Richini. Soppressa nel 1772 la Compagnia di Gesù, il palazzo ricevette un nuovo assetto istituzionale in cui, accanto all'Osservatorio Astronomico e alla Biblioteca già fondata dai Gesuiti vennero aggiunti nel l'Orto Botanico e nel 1776 l'Accademia di Belle Arti. Mentre l'architetto Giuseppe Piermarini curava il completamento dell'edificio, l'accademia iniziava ad assolvere la sua funzione, secondo i piani dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, di sottrarre l'insegnamento delle Belle Arti ad artigiani e artisti privati sottoponendolo "alla pubblica sorveglianza ed al pubblico giudizio". Per poter insegnare architettura, pittura, scultura e ornato, la scuola doveva essere provvista di raccolte di opere d'arte (gessi tratti da statue antiche) che servissero da modelli agli studenti. Durante il periodo napoleonico, l'Accademia di Brera conosce un momento di straordinario vigore vedendo istituita una Biblioteca e la Pinacoteca, riattivata la scuola di incisione e rinsaldato il legame con il mondo parigino ed europeo grazie alle nomine di soci onorari che nel giro di pochi anni comprendevano David, Benvenuti, Camuccini, Canova, Thorvaldsen e l'archeologo Ennio Quirino Visconti.
Grazie a Maria Teresa Illuminato, nell'anno Accademico 2002 -2003 ha preso avvio il corso pilota di Ecodesign che si è dimostrato un impegno artistico ambientale e formativo collegato alla sue ventennale indagine artistica, sull'utilizzo di tecniche e materiali inediti nel campo artistico. Il percorso didattico avviene attraverso una preliminare individuazione e recupero di materiali e oggetti ormai dismessi dalla società destinati al macero o ad uno smaltimento difficoltoso per riutilizzarli e rigenerarli, realizzando opere d'arte. Opere di fashion e design dalla chiara connotazione estetica, raffinatissime dal punto di vista della realizzazione e della percezione visiva, irriconoscibili nella loro origine tradizionalmente lontana dall'empireo dell'arte: lo scarto.
 
Maria Teresa Illuminato
Da quando era bambina e trovò un nido di vespe cartarie rimanendone totalmente affascinata, ha deciso di eleggere la carta a materiale privilegiato della sua ricerca artistica. Titolare della cattedra di eco design presso l'Accademia di Belle Arti di Brera e fondatrice del movimento artistico Saveart nel 2004, è un'artista a 360° con un obiettivo molto chiaro: fare in modo che l'istanza sociale si sommi a quella estetica e ne discenda una diversa e nuova valenza esistenziale, una nuova strategia educativa o formativa, una nuova risorsa per la società civile. Per lei l'ecologia non richiede un mondo trash, ma un mondo migliore, non un mondo povero privo di bellezza, ma un mondo ricco di nuova qualità, di una nuova bellezza, diversa da quella sfacciata del consumismo, più discreta meno abbagliante, ma non per questo meno seducente.